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N.28 - È stata la mano di Virgilio

Custode di un antico segreto, il Castel dell'Ovo si erge maestoso sulle acque del Golfo di Napoli. Carlo I d’Angiò ordinò dei lavori di ristrutturazione nel corso degli anni ’70 del ’200: è In questo periodo che si attesta il passaggio dal nome Castrum Salvatori ad mare in Castel dell’Ovo o, in latino, Castrum Ovi incantati.


Infatti, si era diffusa la leggenda che nel castello fosse custodito un uovo magico appartenuto al grande Virgilio, poeta-mago secondo la tradizione napoletana. L’uovo di Virgilio doveva difendere non soltanto il castello, ma l’intera città. Una sorta di sangue di San Gennaro, insomma.


L’uovo era così importante per i napoletani che, quando nel 1370 una tempesta fece crollare parte del castello, la popolazione si convinse che l’uovo fosse ormai rotto, e iniziò a temere per il destino della città. La regina Giovanna I, quindi, per tranquillizzare la popolazione dovette assicurare pubblicamente di aver provveduto alla sostituzione del prezioso manufatto: nessuna disgrazia avrebbe colpito Napoli.

Ironia della sorte: se l’uovo di Virgilio riuscì a proteggere il castello e la città, non ebbe lo stesso effetto sul destino della regina Giovanna che, dopo essere stata sconfitta dal nipote Carlo di Durazzo, fu imprigionata con l’inganno proprio in una cella di Castel dell’Ovo.


Passando per secoli di storia e leggende, l'iconica fortezza continua a proteggere e incantare i napoletani (e non). Oggi il Castel dell'Ovo è ancora lì, immobile e immenso, a testimoniare la bellezza e la forza di Napoli, di cui è simbolo e gioiello più prezioso.



Lorenza Sabatino



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