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N.17 - Colapesce

Tra le storie e le figure leggendarie che legano Napoli alla Sicilia e al Mediterraneo intero, quella che vede protagonista Colapesce è tra le più affascinanti e significative.

Quest’uomo è conosciuto in tutte le città delle coste mediterranee e tutte le versioni della sua leggenda sono ambientate nel medioevo, ai tempi di Federico II. La sua figura è citata anche da Jules Verne in “Ventimila leghe sotto i mari”.


Nella versione siciliana, Nicola Pesce fu sfidato da Federico II a immergersi per recuperare tesori che l’imperatore gettava in mare come prova del suo talento. Poi, Colapesce ricevette un incarico dall’imperatore: salvare la Sicilia, mantenuta da tre colonne di cui una era gravemente lesionata. Secondo la leggenda siciliana, Colapesce sparì dopo aver scoperto il luogo in cui è nascosta la lava dell’Etna, che avrebbe dovuto usare per riparare la colonna.


Nella leggenda napoletana, invece, Colapesce è un ragazzo amante del mare adottato da una povera donna che viveva nel luogo che oggi ospita l’Università a Mezzocannone. Non tradisce il suo amore per le immersioni, tanto da scatenare le ire della donna che, furiosa per la sua inoperosità, lo maledì augurandogli di sparire in acqua per sempre. Dopo la maledizione, Nicola iniziò ad assumere sembianze sempre più simili a quelle di un pesce, fino a quando, disperato rubò un coltello e fuggì di nuovo in mare. Una volta in acqua fu inghiottito da un pesce gigantesco e da allora, secondo i napoletani, Colapesce si fa inghiottire dai pesci più grandi. Arrivato a una costa, apre il loro stomaco con il suo pugnale e torna sulla terraferma per brevi periodi.


La figura di Colapesce sarebbe quella antichissima di Dagon, citato nella Bibbia. Il culto di questo dio-pesce continuò in gran segreto per migliaia di anni, anche in Mesopotamia, e i suoi sacerdoti erano considerati depositari di conoscenze segrete e arcane. È così che Colapesce è diventato il ponte non solo tra tutte le coste del Mediterraneo, ma anche tra l’essere umano e la magia dell’occulto.




Lorenza Sabatino




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