Il rapporto tra i napoletani e San Gennaro si è rafforzato nel corso dei secoli: il popolo in più occasioni ha invocato il santo perché risparmiasse sciagure alla città, e a ogni miracolo il santo è stato ripagato con affetto e ammirazione.
Nel 1527, quando la città subiva il diffondersi della peste ed era appena stata assediata dagli Angioini, i napoletani firmarono una sorta di contratto con il santo alla presenza delle sue reliquie e di un notaio.
L’evento miracoloso più famoso legato a San Gennaro è quello avvenuto, secondo la tradizione, durante l’eruzione del Vesuvio del 1631, quando, in seguito alla processione delle insegne del Santo, il sangue si sciolse e la colata di magma arrivata quasi in città si arrestò improvvisamente.
Era il 16 dicembre e da allora, ogni anno, i napoletani attendono il ripetersi del miracolo. È atteso in tre date, il 16 dicembre, appunto, il 19 settembre, durante la festa di San Gennaro, e il sabato che precede la prima domenica di maggio, nella commemorazione del giorno in cui i resti del santo furono portati nelle catacombe di Capodimonte.
La devozione verso San Gennaro è rimasta intatta nei secoli e oggi a Napoli sono vari i luoghi in cui è possibile vivere l’indissolubile legame tra il Santo e la città. In seguito al contratto con il santo, nel 1646 fu completata la splendida Cappella del Tesoro di San Gennaro, forse l’espressione più alta dell’arte barocca a Napoli. La Cappella del Tesoro appartiene non alla curia ma alla città, rappresentata dall’antica Istituzione della Deputazione del Tesoro, eletta nel 1601 e tutt’ora esistente.
L’eredità più grande di San Gennaro è forse però quella immateriale: l’attaccamento dei napoletani alla sua figura caratterizza un popolo da sempre legato al divino quanto all’esoterico, che mischia spesso fede e superstizione. Il rapporto tra Napoli e il suo patrono è unico e indissolubile, radicato nella cultura popolare da secoli, e i napoletani continueranno sicuramente a contare sul suo intervento per proteggere la città.
San Gennaro, presente nelle edicole votive della città, in un baleno può diventare giornalaio: così come l’edicola votiva protegge il suo ospite, quella dei giornali incornicia l’edicolante San Gennaro, che pazientemente attende l’arrivo del prossimo cliente.
Lorenza Sabatino
Articolo originale:
Accattatev o giurnal
fatti sacri storie e Sant
San Domenico o San Pascal
chi tene a piazz chiú important?
Signó nunmm avit canusciut
guardat buon chistu viso
o nomm mio ca e risaput
veng a ngòpp o paradiso,
mo so scis ntèrra, me mancav addór e mar,
ancòr n’ata capit, nun tenit bona vist
signò so San Gennar
ma oggi faccio o giurnalist
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